14 gennaio 2009

Due di due

E mi ritrovo a scrivere di ciò che solo stamattina avevo solo letto.
In un altro mondo.
In un altro blog.
In un altro io, che non era il mio.
Un'altra vita.
Un altro pensiero.
Un altro affacciarsi alla realtà delle cose.

Una sensazione che puoi sentire forte in un momento, e il secondo dopo la senti già così lontanta.
O viceversa.
Una sensazione che molta gente sente di frequente.
Ed è stupido pensare che nel sentirsi soli non si è mai da soli.
In fondo lei lo sa. Lei, che dice che un legame è spesso la somma di più solitudini.

Anche ora, a quest'ora, sta succedendo ciò che lei dice.
Anche ora, che soffro della mia infantile e ingiustificabile solitudine.
E mi ritrovo a scriverne con la certezza di non essere sola nel mio sentirmi sola. Che qualcun altro, come me, in questo stesso momento soffre della mia stessa "malattia" e si rifugia nel suo post sfogando i suoi pensieri.

E per questa notte voglio sentirmi così.
Un addendo.
Un addendo solo.
Un semplice addendo che, sommato ad altri, rimane sempre solo ma in compagnia di altri.
E' veramente buffo il gioco di parole.

Per stanotte è così.
Rimango un addendo per questa notte soltanto, e lascio sfogare il mio io-solo.

Da domani, ritornerò ad essere un numero multiplo che vuole essere sempre (con)divisibile per due.
.