28 aprile 2010

Liberi di non volare

Il sole illuminava la panchina di fronte a me. Forse è stata proprio per questa ragione che avevo deciso di sedermici. Quasi come se, stupidamente, fosse un segno.
E' ridicolo che consideriamo segni tutto ciò che vediamo quando siamo alla ricerca di risposte: se ci poniamo delle domande, un semplice cane che abbaia lo vediamo come un segno. Se invece il giorno prima abbiamo fatto l'amore e siamo sereni, un semplice cane che abbaia ... è soltanto un semplice cane che abbaia.
Su quella panchina mi ero seduta, sì. Però il mio corpo e la mia mente volavano alti. Avevano voglia di sentirsi liberi. Liberi di pensare, di essere, di sentire. Liberi dall'ossessione, dai risentimenti, dalle brutte sensazioni.
Avete mai fatto caso al fatto che tutte le volte che si vuole disegnare la libertà su un pezzo di carta, il più delle volte la rappresentiamo attraverso un qualcosa che vola? Un uccello che vola libero nel cielo, un palloncino che vola via dalla mani di un bambino, un angelo con ali bianche e candide, etc ..
Possibile che non riusciamo a immaginare di sentirci liberi rimanendo con i piedi per terra?
Io vorrei sentirmi libera di dire di essere libera senza necessariamente dover toccare il cielo con un dito. Io vorrei amare liberamente. Io vorrei guardare verso l'alto e sussurrare al cielo che si può esser liberi anche in mezzo ad un campo pieno di fiori meravigliosi.
Ecco, i fiori. Quelle semplicissime e colorate opere d'arte che ci regala la natura.
Che meraviglia!
Sì, se adesso dovessi disegnare la libertà la rappresenterei così:
"Io e te.
Vorrei fossimo come fiori.
Che riescono a sentirsi liberi anche se non sanno volare."
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26 aprile 2010

L.Y.

... Le cose vanno come devono andare.
E noi ... andiamo alla grande!

Love you.
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22 aprile 2010

Niente di vero tranne gli occhi

"Avrebbe preferito che tutto questo non fosse successo. Invece, le cose succedono. Si dicono parole che lasciano dietro conseguenze e significati. Si fanno gesti che possono ferire, per volontà espressa o per leggerezza. O per il semplice timore di essere feriti."
Questa è una delle tante parti di questo libro che mi ha fatto pensare. Ma non è la frase in sè che mi ha scossa.
E' l'insieme di questo libro.
E' una miscela esplosiva tra verità e incredulità, tra realtà e finzione. Quattro concetti che, nonostante siano opposti, se mixati insieme creano, perlomeno a me personalmente, la scossa che ancora tutt'ora sto sentendo.
Non so nemmeno spiegarlo, il perchè.
Confrontare l'assurdità reale del libro con la realtà assurda della vita vera fa pensare. Mi fa riflettere.
E devo ammettere che un pò d'ansia mi è venuta.
Soprattutto stamattina, quando il bacio di mia nipote mi ha aperto gli occhi e me li ha fatti appoggiare delicatamente su di lei e instintivamente mi son trovata a pensare: -saremo in grado di proteggerti dal male? E sarai in grado di riconoscere ciò che sarà il buono e ciò che sarà il male?-
Chiudere un libro e non potersi permettere di dire: "Tanto è solo un libro. La vita è un'altra cosa." perchè la vita stessa ti sfida allo stesso modo, non metterebbe ansia a chiunque? ...

- La paura e il buio hanno lo stesso colore. -
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06 aprile 2010

Devo smetterla ...

... smetterla, smetterla, smetterla.
Di tenermi tutto dentro, accumulare, e fare il botto tutto in una volta sola.

Però VAFFANCULO.
Punto.
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