Tutti che parlano di maturità, in questi giorni: i bloggers che la stanno vivendo, quelli che hanno i figli che la stanno vivendo, i bloggers che semplicemente la raccontano al passato, i telegiornali, i giornali, le radio, la Plati.
Tutti, insomma.
E dire che io, della mia, mi ricordo ben poco.
Ho solo dei flash di alcuni momenti di quei giorni in cui ricordo di aver conosciuto tanta di quella emozione che, gli attacchi di panico che ho ora, mi sembrano un nonnulla.
I momenti salienti (in ordine decrescente) son stati:
3* classificato --> La professoressa di Tecnica Aziendale che, durante la seconda prova, ci ha suggerito con tutto il suo charme le soluzioni del problema.
Niente di così sconvolgente se non fosse che la cui sopra citata professoressa sia stata, per tre anni consecutivi, campionessa di stronzaggine acuta mista a crisi di mancanza territoriale sicula.
Dunque, rivedere la stessa professoressa nei panni della Maria Vergine che ti dà le soluzioni strizzandoti anche l'occhio era davvero incredibile a credersi.
2* classificato --> Il momento in cui una mia compagna, nonchè una delle più brave, nonchè una delle più leccaculo, nonchè una delle più facce di merda al mondo, si è messa a fare la sua sceneggiata di pianti fuori dalla classe, nel corridoio, poco prima di cominciare la seconda prova, astutamente davanti a tutti i professori i quali, già tendenzialmente affezionati al soggetto, non hanno risparmiato buone parole, aiuto e "
coccole" alla poooovera ragazza in crisi.
Io, nell'agitazione, ridevo per lo schifo. Ridevo e disprezzavo. Ridevo anche quando, ai cartelloni finali, quel 98/100 che regnava sovrano sulle votazioni della 5B sotto il nome della leccaculo, che urlava e cantava di gioa, veniva del tutto ignorato dalle altre compagne di classe che si complimentavano con chi, invece, aveva ottenuto anche un misero 60 ma con tutte le sue forze.
Questo a dimostrazione del fatto che non basta un numero alto per essere maturi.
Chi matura anche a livello umano, allora vince davvero quella specie di battaglia che si fa contro se stessi.Ed io, vedendo quella scena, sono tornata a casa felice con in tasca il
mio meritatissimo 80/100.
1* classificato --> Il momento in cui, dopo essere stata estratta come prima interrogata della classe e dell'istituto, mi sono presentata all'interrogazione tutta vestita di rosso (con conseguenti complimenti dell'esterno, che roba!). Cinquanta minuti di interrogazione durante i quali quel bellissimo rosso che avevo addosso si era estinto grazie ad una forte e gelida sudorazione della serie
nonalzolebracciacheèmeglio che lo ha fatto diventare
marronemierda.
Ma il momento clou è stato quando è finita.
Quando hanno pronunciato le parole: "Può bastare! Puoi andare!".
E' stato come se il masso pesantissimo che avevo nello stomaco da giorni si fosse autodistrutto permettendomi di cominciare a volare.
Una bellissima sensazione.
Credo quella più bella che un ragazzo possa vivere in quel frangente di vita chiamato
maturità.
E' una sensazione di svuotamento.
Un qualcosa che ti lascia credere che finalmente hai finito.
Che non devi più preoccuparti di niente.
Che dopo tutto questo movimento, ora finalmente puoi sdraiarti sul divano ed essere tu a guardare gli altri muoversi.
Ma è' tutta una farsa, miei cari maturandi.
Quando sentirete quella sensazione di
fine, in realtà, sarà soltanto
l'inizio.
:-)
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