30 giugno 2008

A-A-Abbronzatissima!

Un peperone sul barbecue.
Ecco quello che sono oggi.
Stamattina non riuscivo neanche a lavarmi la faccia da tanto che mi brucia.


Ci voleva un pò di spiaggia, ci voleva un pò di mare, e ci voleva anche il materassino.
Il Mama, come sempre, risveglia gli animi stanchi anche se questa volta ha fatto un pò di fatica perchè il gruppo San Rocco, a 'sto giro, era veramente solo in cerca di riposo.
Ma la foto ricordo, ovviamente, non può mancare mai. Va detto.
















Ho fatto anche il mio primo bagno dell'anno e devo dire che questo ha portato in superfice una valangata di ricordi.
Situazioni tali che mi portavano a pensare: "Dio mio, quante cose sono cambiate!!!".
E situazioni, invece, durante le quali mi dicevo: "Siamo sempre le solite sceme!!!".
Rendermi conto che c'è qualcuno che manca all'appello e rendermi conto che, nonostante questo, si riesce sempre ad inventarsi qualsiasi cosa pur di divertirsi e strapparci un sorriso.
Tipo comprare il materassino solo per un giorno (in cui ci siamo rese conto che non siamo solo io e Delafuentes le uniche mongole che non sanno salirci in due!!!), oppure giocare a staffetta per vincere un aperitivo gratis.
C'è aria d'estate, finalmente.
E con le infradito ai piedi, percorro l'ultimo mese prima della tanto attesa e sudata Lampedusa.

Disse la vacca al gruppo San Rocco un pò stanco: "Meglio un pò di vino bianco che andare in bianco!!!"


YO!!!



Ah, ho fatto la foto con Diego!!! E' simpaticissimo. :-)
















Ari-YO!!!
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26 giugno 2008

Web Log = BLOG

In questi giorni il nuovo blog ha compiuto un anno.
Dico nuovo perchè questo non è in realtà l'originale.
In realè il mio blog, quello vero, quello in cui veramente ho raccontato di me fino ad "umiliarmi" è questo: "Il mio vero IO a cuore aperto".
Quattro anni lì + uno qui, e sono a cinque.
Cinque anni, ragazzi.
Quante cose sono cambiate in cinque anni? Un dato incalcolabile, va detto.
Non tanto nella mia vita reale che inevitabilmente c'è sempre qualcosa che cambia: le amicizie in primis, come sempre. Poi l'amore, noi stessi in rapporto con noi stessi e con gli altri, le abitudini, le priorità.
I valori, grazie a Dio, no. Quelli li tengo stretti stretti nel mio pugno ad ogni tornado di cambiamento che si imbatte nel corso della mia vita.

I cambiamenti di cui parlo sono quelli proprio riferiti alla Blogosfera.
Un mondo virtuale pieno di bloggers che hanno voglia di dire la loro.
C'erano prima e ci sono anche ora, va detto.
Ciò che è cambiato è il modo in cui lo fanno.
Ricordo che anche Sette, qualche mese fa, aveva sentito l'esigenza di fare un post a riguardo.
In fondo, è quello che ogni ricorrenza ci induce a fare: tirare le somme.
Cinque anni fa la gente apriva un blog "di nascosto" dal mondo esterno. Preferiva non rivelare la sua vera identità e si raccontava a gente sconosciuta solo per sfogarsi e ricevere commenti e opinioni e, perchè no, consigli da chi era completamente fuori dalla sua vita.
I blog erano più sinceri. Più naturali. Semplicemente più veri.
Ora noto con sempre più dispiacere che la gente, oggigiorno, a distanza di cinque anni, crea il suo blog personale proprio per il gusto di farsi leggere dai loro amici reali, magari per tirare frecciatine apposta a chi sa che legge, e semplicemente per attirare l'attenzione verso di sè.
La Blogosfera è diventata una Egosfera in cui tutti ci mostriamo agli altri, solo per il piacere di metterci in evidenza.

Rimpiango i primi anni in cui c'era quel feeling forte tra bloggers che avevano voglia di comunicare, di giocare, e di confrontarsi senza la necessità di dire chi erano.
Rimpiango i raduni che erano un bel modo per dare un viso, un carattere a quei blogger che amavi tanto leggere.
Rimpiango i bloggers che scrivevano per scrivere e non per farsi leggere.

Il mondo reale cambia. Così come quello virtuale.
Se nel mondo reale diamo colpa alla società, nel mondo virtuale a chi possiamo dare la colpa?
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24 giugno 2008

Chi matura, vince.

Tutti che parlano di maturità, in questi giorni: i bloggers che la stanno vivendo, quelli che hanno i figli che la stanno vivendo, i bloggers che semplicemente la raccontano al passato, i telegiornali, i giornali, le radio, la Plati.
Tutti, insomma.
E dire che io, della mia, mi ricordo ben poco.
Ho solo dei flash di alcuni momenti di quei giorni in cui ricordo di aver conosciuto tanta di quella emozione che, gli attacchi di panico che ho ora, mi sembrano un nonnulla.
I momenti salienti (in ordine decrescente) son stati:

3* classificato --> La professoressa di Tecnica Aziendale che, durante la seconda prova, ci ha suggerito con tutto il suo charme le soluzioni del problema.
Niente di così sconvolgente se non fosse che la cui sopra citata professoressa sia stata, per tre anni consecutivi, campionessa di stronzaggine acuta mista a crisi di mancanza territoriale sicula.
Dunque, rivedere la stessa professoressa nei panni della Maria Vergine che ti dà le soluzioni strizzandoti anche l'occhio era davvero incredibile a credersi.

2* classificato --> Il momento in cui una mia compagna, nonchè una delle più brave, nonchè una delle più leccaculo, nonchè una delle più facce di merda al mondo, si è messa a fare la sua sceneggiata di pianti fuori dalla classe, nel corridoio, poco prima di cominciare la seconda prova, astutamente davanti a tutti i professori i quali, già tendenzialmente affezionati al soggetto, non hanno risparmiato buone parole, aiuto e "coccole" alla poooovera ragazza in crisi.
Io, nell'agitazione, ridevo per lo schifo. Ridevo e disprezzavo. Ridevo anche quando, ai cartelloni finali, quel 98/100 che regnava sovrano sulle votazioni della 5B sotto il nome della leccaculo, che urlava e cantava di gioa, veniva del tutto ignorato dalle altre compagne di classe che si complimentavano con chi, invece, aveva ottenuto anche un misero 60 ma con tutte le sue forze.
Questo a dimostrazione del fatto che non basta un numero alto per essere maturi.
Chi matura anche a livello umano, allora vince davvero quella specie di battaglia che si fa contro se stessi.
Ed io, vedendo quella scena, sono tornata a casa felice con in tasca il mio meritatissimo 80/100.

1* classificato --> Il momento in cui, dopo essere stata estratta come prima interrogata della classe e dell'istituto, mi sono presentata all'interrogazione tutta vestita di rosso (con conseguenti complimenti dell'esterno, che roba!). Cinquanta minuti di interrogazione durante i quali quel bellissimo rosso che avevo addosso si era estinto grazie ad una forte e gelida sudorazione della serie nonalzolebracciacheèmeglio che lo ha fatto diventare marronemierda.
Ma il momento clou è stato quando è finita.
Quando hanno pronunciato le parole: "Può bastare! Puoi andare!".
E' stato come se il masso pesantissimo che avevo nello stomaco da giorni si fosse autodistrutto permettendomi di cominciare a volare.
Una bellissima sensazione.
Credo quella più bella che un ragazzo possa vivere in quel frangente di vita chiamato maturità.

E' una sensazione di svuotamento.
Un qualcosa che ti lascia credere che finalmente hai finito.
Che non devi più preoccuparti di niente.
Che dopo tutto questo movimento, ora finalmente puoi sdraiarti sul divano ed essere tu a guardare gli altri muoversi.

Ma è' tutta una farsa, miei cari maturandi.
Quando sentirete quella sensazione di fine, in realtà, sarà soltanto l'inizio.
:-)
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23 giugno 2008

9 Months

Non c'è paura.
Nè male al petto.
Non c'è buio.

Con te, solo la luce.

Love you so deeply.
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20 giugno 2008

C'è un motivo che canta in testa e fa ...

Così ogni volta che basterà un rumore un colore, un odore
a farmi ricordare che vivere era tutto un altro affare.
Così ogni volta che mi imbarcherò in qualche avventura
pensando di avere una chiave, ma chi sa poi per quale serratura.
Cosi ogni volta che camminando sul ghiaccio fragile dei miei pensieri
io mi ritroverò planando come un gabbiano tra i ricordi di ieri
Aprirò una finestra sul cielo e punterò il dito
pensando l'universo non si ferma per un amore finito.
Aprirò una finestra sul cielo con gli occhi puntati
giusto un pò più là dei miei sogni finiti naufragati.
Così ogni volta che basterà una parola una frase o una battuta storta
per volere lasciare il mondo fuori dalla porta.
Così ogni volta che sovrapensiero qualcuno
si troverà il tuo nome appicicato tra le righe di un discorso mai finito.
Così ogni volta che respirando sul filo teso di un'emozione
io mi ritroverò tremando come una foglia di fine stagione.
Aprirò una finestra sul cielo e punterò il dito
pensando l'universo non si ferma per un amore finito.
Aprirò una finestra sul cielo provando a guardare
giusto un pò più là dei miei sogni finiti a naufragare.
Così ogni volta che basterà un soffio.
Così ogni volta che ...

La finestra - Irene Grandi

Al prossimo karaoke, sarà mia!!! :-)
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18 giugno 2008

Spy Mother

I miei frequenti attacchi di panico hanno messo in agitazione mia madre.
Ha iniziato a parlare di medici, massaggi e psicoterapia a tempi da record.
Ogni volta che rientro in casa mi guarda nel profondo dei miei occhi cercando di scovare se sto bene oppure no.
E fin qui è più che comprensibile.
E' normale che una madre si prenda a cuore i problemi della figlia.
Che la aiuti a superare i brutti momenti e bla, bla, bla
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Ma ...
Negli ultimi due giorni siamo arrivati all'esagerazione!!!

Una sera son tornata un pò più presto del solito a casa e mia madre mi ha accolto in casa con il terrore negli occhi tartassandomi di: "Che è successo?", "Stai bene?", "Ti è venuto ancora?", quando semplicemente sono tornata presto. Punto.
L'altro giorno l'ho intravista con la coda dell'occhio che si nascondeva dietro la porta della sala per sentire meglio quello che raccontavo alla mia consorte in cameretta sugli attacchi di panico e tutto ciò che avevo letto a riguardo.
Ma ho fatto finta di niente e ho lasciato correre.
Ieri, ancora! Mentre ero al telefono con una mia amica con la quale parlavo di questo mio recente disturbo, l'ho sorpresa nel bagno di fianco alla cameretta A LUCI SPENTE che origliava la mia conversazione!!!!
Non ci potevo credere ...

Mia madre è preoccupata, ormai è decisamente ovvio.
Ho la sensazione che si faccia venire l'ansia per paura che io abbia l'ansia.
E, di certo, questa nuova scoperta non mi aiuta a risolvere il problema.

C'è da scavare. Scavarmi bene dentro.
Perchè sento che c'è qualcosa che non va e che è proprio quel qualcosa che mi provoca questi momenti di panico.
C'è da troncare subito sul nascere.
Lo devo fare per me, certo.

Ma lo faccio anche per mia madre.
Vorrei evitare di portare mia madre al punto tale da nascondersi sotto il mio letto per avere la certezza che, mentre dormo, io stia respirando regolarmente.
Mi basto io, va detto.
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16 giugno 2008

Virus "Defitienzia"

Nei meandri di Alessandria sono stati avvistati due esseri umani di natura femminile psicologicamente instabili che, nel bel mezzo di una sagra paesana, hanno iniziato a giocare a scherma con gli spiedini di carne.



Si ritiene che siano stati colpiti da un virus chiamato "defitienzia" che provoca gravi lesioni al cervello, ma di cui purtroppo ancora non ne si conosce l'origine.
Si teme che sia un virus infettivo.

Nei laboratori italiani già si studia assiduamente alla ricerca di un antidoto.

Lo Stato Italiano consiglia vivamente di tenersi lontani dalla loro portata fino a quando il virus non verrà definitivamente annientato.

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13 giugno 2008

Human Care

Due gocce di te per tranquillizzarmi.
Tre granuli di un buon weekend da sciogliere sotto la lingua.
No more fear.
Si spera.
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10 giugno 2008

With or without you

Adoro la tua passione per i U2.
Adoro quando arrivi a casa dall'officina e mi porti sempre una margherita colta dal cortile di casa e che sai che adoro e mi dici sorridendo: "You're my sweetest thing".
Adoro quando, seduti sul divano, davanti alla tv, mi metti la mano tra i capelli e mi appoggi la testa sul tuo braccio e sussurri: "I'm the man come in the name of your love".
Per non parlare delle volte in cui, di domenica, quando giri in mutande per casa con i tuoi miti che suonano dallo stereo, ti metti a sculettare e a simulare una chitarra elettrica con la solita faccia da smorfia urlando al mondo: "It's a beautiful day!".
Sei irresistibile quando, le volte in cui giro per casa nuda, mi vedi e smetti immediatamente qualsiasi cosa tu stia facendo per guardarmi mentre passo davanti a te, per sorridermi e lanciarmi un bacio cantando: "When love comes to town, I'm gonna catch that flame". Lo stesso flame, fiamma, che poi consumiamo travolgentemente sul divano.
E quando ascoltiamo la tua canzone preferita? Ti ricordi? "One loooooove, one liiiiiiiife" ... Io scappo perchè so già cosa vuoi farmi fare. Eppure tu mi raggiungi velocemente e mi travolgi con le tue braccia obbligandomi a ballare abbracciati.
Lo sai quanto odio ballare ma tu, in quei momenti, mi fai amare anche quello.
Mi piaci quando fai così.
Ti amo quando ti lasci andare così tanto.

Peccato che tutto questo duri in tutto l'esatto effetto di qualche striscia di coca.
Una tirata su con il naso, poi un'altra e un'altra ancora e via ... il mio maritino si trasforma.
Diventi un vero marito, finalmente.
Uno vero!
E non il marito colto da un attacco di astinenza che rende la mia vita un inferno.
Quel marito che quando ritorna dall'officina, invece di una margherita, mi regala uno sputo in pieno viso esigendo la cena come se fossi la sua domestica personale di casa.
Quel marito che, mentre è sul divano a guardarsi la tv, mi tira per i capelli verso di lui obbligandomi a fargli un pompino.
Lo stesso marito che prima di scoparmi, ama insultarmi e schiaffeggiarmi.
Lo stesso marito che se gli chiedo di provare a chiudersi in una clinica, mi risponde che sono io la causa dei suoi dispiaceri ... non la coca.
La coca ti rigenera, dici.
La tua coca devasta me, invece.

E io non ne posso più.
Stamattina, mentre tu eri già uscito, ho tentato di suicidarmi.
Ma mi è venuto da ridere perchè mi amo troppo, quindi me ne vado.
La valigia con le mie cose è per terra alla mia sinistra.
Nella mano destra ho il bigliettino che ti lascerò attaccato allo stereo dove son sicura che prima o poi lo troverai.
Non ho parole per te. Non più.
Ho chiesto a Bono di prestarmene alcune delle sue.
"I still haven't found what I'm looking for".
Nel momento stesso in cui ti ricorderai del testo, capirai che ti ho lasciato.
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09 giugno 2008

Panic

Alla notte non c'è scampo.
E si rimane senza fiato.

Damn.
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04 giugno 2008

Ent La Bora

Mah ... io non esattamente raccontarvi come sia andata quella domenica 1° giugno 2008 in quel di Piacenza.
So solo che eravamo noi quattro:



Che eravamo qui:

















Che prese dal buon vino e dal bel paesaggio e dalla bella compagnia abbiamo tentato di improvvisare una roba del genere:


Che poi è inevitabilmente degenerata diventando così:


E che a fine serata eravamo così piene di vino e cariche di risate e canzoni piacentine che alla fine abbiamo sfogato il nostro "isterismo" così:


Che roba!

Ma che ridere, ragazzi!!!

:-)

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